Allo Sneh Sadah di Avinash Ganesh, Capodanno 1999/2000
Stefania era una persona e una artista votata alla bellezza, alla luce, alla benevolenza…perciò da noi veniva anche chiamata scherzosamente Colei Che Non Fa Testo: la sua visione eternamente positiva a volte lasciava sconcertate, possibile che sia davvero tutto così buono? E che valga anche per gli altri?
Sempre pronta a ridere e condividere le avventure di danza fra noi “Gopi”, si dedicava serenamente a quest’arte, senza pretese o ambizioni velleitarie, godendo di ciò che riusciva a ottenere dalle sue possibilità. L’India era per lei un magico scrigno colmo di doni preziosi per la sua arte: dalla danza ai tessuti, dagli affreschi ai disegni dei Rangoli, dagli oggetti di artigianato all’arte orafa…tutto la ispirava, e in tanto si cimentava.
Improvvisamente si ammalò. Sottoposta a chemio e radioterapia, per aiutarsi leggeva “Un altro giro di giostra” di Tiziano Terzani, e poi mi chiamava ridendo delle immagini che lo scrittore inventava, tipo “la Ragna”, per indicare un macchinario infernale…
Si riprese, anche se perse i suoi meravigliosi capelli lunghi sulla schiena, ma un’ artista come lei ne approfittò per drappeggiare sontuosi turbanti di seta…
Un giorno mi chiamò, voleva venire a ripassare Taye Yashoda, una danza a cui teneva molto. Le aprii la porta. Ci guardammo, io piegata in due come una befana centenaria per un famigerato colpo della strega, lei ancora un po’ gonfia per le cure e un lungo telo drappeggiato sulla testa. Scoppiammo a ridere, chi ci fermava a noi? Ma dopo due anni il dio Yama la fermò, senza peraltro intaccare minimamente il suo spirito, che rimase alto, positivo e vigoroso fino alla fine. Perché era Colei Che Non Fa Testo.
Ne parlo ora perché il suo inseparabile marito Pietro Coletta, scultore di pregio, mi ha fatto avere per volontà di Stefania tutto il materiale di studio accumulato negli anni, libri, quaderni, testi, appunti… Ed è stato commovente per me realizzare con quanto amore si sia dedicata a quest’arte sfogliando i suoi disegni di coreografie, le sue cartelle ordinatamente raggruppate, i suoi scritti chiaramente concepiti. Artista ed esteta fino in fondo in ogni cosa che faceva, non solamente quando si presentava in pompa magna ad un pubblico. Me la vedo tutta contenta prendere dei fogli e cominciare a scrivere e disegnare beandosi di tanta bellezza, grata di poterla assaporare. Anzi, ci giurerei, colma di gratitudine, perché era Colei Che Non Fa Testo.
A Venezia con me e la nostra Maestra Savitri Nair, 1998
Dopo “Avatar, la Discesa Necessaria” Compagnia di danza Lasya, Milano 2000
Un chiai fra Gopi (qui Isa in espressione kathakali e Shashi)
Ciao margherita
ciao! ma…che margherita sei?
Chissà se anche Sashi riceve i tuoi post? Glielo mandi?
ho scritto alle gopi per avvisarle, se si iscrivono è meglio, così riceveranno le mie elucubrazioni…. (e niente sorriso, chissà mai anche per mail!!!) mo